traccetrasparenti

the answer is blowing in the wind…

oggi sciopero

Non importa sapere ora quanta sarà stata la partecipazione reale allo sciopero nazionale di oggi. Non importa sapere quanti uffici pubblici saranno rimasti chiusi, in quante aziende ci sarà stata poca o tanta astensione dal lavoro. O sapere in quanti davvero siano andati alle manifestazioni e ai cortei in ciascuna città d’Italia (in definitiva, tradizione vuole che uno sciopero non sia un’occasione per starsene a casa).
Non importa perché è sicuro che i commenti pre-scritti già da giorni – e in parte già pubblicati – parleranno della scarsa partecipazione, del fatto che la gente non se ne è interessata, del fatto che lo sciopero è un lusso che solo alcuni si possono permettere, e che tanto non serve a niente se non a dare fastidio e disagio a “quelli che lavorano davvero”.
Probabilmente a scrivere questi commenti sono gli stessi che quando trovano coda in un ufficio pubblico insultano i (sempre di meno) impiegati presenti, quelli che quando c’è un incidente insultano i vigili che bloccano la strada, quelli che non votano, o votano chi vince sicuro “tanto sono tutti uguali”. Quelli che salgono in autobus senza biglietto perché tanto lo fanno tutti, e “agli altri non glielo chiedono nemmeno”. Sicuramente quelli che ritengono che chi fa sindacato pensa solo a se stesso, perché “quando ne ho avuto bisogno non hanno fatto un cazzo”.

Chissà. Magari qualcuno ha anche ragione.

In Giappone – ma si sta diffondendo – c’è una particolare categoria di persone. Questi non escono di casa, spesso neppure dalla propria stanza. Comunicano con il mondo tramite computer e smartphone. Fanno acquisiti online, si fanno recapitare oggetti e cibo a domicilio. Diventano una patologia tecnicamente riconosciuta come tale dopo almeno 6 mesi, ma può andare avanti per anni. Non è un fenomeno ormai soltanto giapponese, ma questa patologia è stata riconosciuta e viene studiata anche in Europa da alcuni anni.
Sono gli hikikomori, spesso giovani, anche se non c’è un’eta proprio fissa, che si isolano dalla società, rifiutando qualunque contatto con essa al di fuori della cerchia controllabile e limitata dei loro contatti online.
Rifiutano di riconoscere tutto quello che è società, contatto e interazione reale, ma costituiscono un problema sociale enorme. Perché comunque il loro modo di vivere ha un costo sociale: dipende dal fatto di avere strutture che operano online per pagamenti e acquisti, avere corrieri (persone reali) che consegnano loro oggetti e cibo, una struttura sanitaria che manda loro un medico se ne hanno bisogno, e tutto questo ha bisogno di una cornice generale che fornisca assistenza, strumenti di controllo e perché no anche di sicurezza, che garantisca loro i servizi di cui hanno bisogno.
E sono un problema serio in quanto possono sopravvivere grazie alla società, ma alla società non restituiscono niente.

E torniamo allo sciopero. Torniamo al fatto che è vero che “sono tutti uguali”: tutti UGUALI A NOI, che quella gente la abbiamo votata, che quella gente rappresenta esattamente cosa vogliamo essere – almeno, quelli che hanno voluto che fossero loro a stare nelle posizioni di potere in cui li vediamo. Ed è evidente guardando a quello che ha prodotto e sta continuando a produrre l’antipolitica radicale che va tanto di moda. E che pure poteva essere uno stimolo per cambiare davvero le regole del gioco, e che è diventato invece lo strumento migliore per mantenere le cose come stanno.
Vero è che possiamo far finta che non ci riguardi niente di quanto succede intorno. Che non si possa far niente per cambiarlo. Ma ad un certo punto a questa società dobbiamo restituire qualcosa. E restituire significa anche mostrare il proprio dissenso dalle scelte che vengono compiute da altri, in maniera democratica e pacifica quale anche è lo strumento dello sciopero.
Pochi o tanti quelli che sono ora nelle piazze – io personalmente penso che siano molti, ma ammetto di essere di parte – stanno mostrando proprio questo, di preoccuparsi per la nostra società, per il nostro stare insieme. Di volere essere parte attiva nel cambiare le cose che non vanno. E non solo quei cosiddetti privilegiati dei lavoratori dipendenti, che tanto ora sono diventati precari esattamente come i lavoratori autonomi, che in questa guerra voluta e imposta tra contratti e partite IVA hanno ottenuto soltanto il risultato di condividere le medesime incertezze e le medesime precarietà.

#CosìNonVa non è solo uno slogan, purtroppo ora come ora è un grido di disperazione per molti. E non facciamo finta che non ci riguardi.

12 dicembre 2014 Posted by | Uncategorized | , , , , | Lascia un commento

a braccia conserte

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Ad Amburgo, nel 1936, mentre tutti scattano col braccio alzato a salutare Hitler in arrivo al cantiere, August Landsmesser rimane a braccia conserte e immobile, unico tra la folla.
Anche solo incrociando le braccia, dire di no è sempre possibile.
Buon 25 aprile a tutt*

24 aprile 2014 Posted by | Uncategorized | , , , , , , , | Lascia un commento

Finmeccanica, Pansa e “l’avvertimento trasversale”

dal sito di Sel Liguria

Ci sarà chi la definirà una mossa discreta o addirittura elegante.
Ma la lettera che l’AD di Finmeccanica ha fatto recapitare all’organizzazione del Festival della Scienza di Genova ha tutto l’aspetto di un avvertimento trasversale.
Da parecchio tempo, riguardo al gruppo Finmeccanica si osservano dichiarazioni e azioni che vanno nella direzione di sviluppare l’obiettivo delineato dall’ex AD Orsi (attualmente inquisito), e cioè arrivare alla dismissione del comparto civile del gruppo, facendo cassa su queste cessioni e concentrandosi sul solo comparto militare. Negli ultimi giorni ha tenuto banco la notizia delle trattative (reali? avanzate? già decise? l’unica cosa certa davvero è la speculazione su un titolo che in un giorno guadagna più di due punti) per la vendita di Ansaldo Energia ai coreani di Doosan, malgrado durante la stessa Festa del Pd a Genova pochi giorni prima il premier Enrico Letta avesse spergiurato sulla volontà del governo di non alienare così drasticamente la proprietà di un’azienda strategica per il sistema Italia.
E ora questa letterina. In sé, nulla di eccezionale: Finmeccanica fa sapere che non concederà sponsorizzazioni al Festival che si tiene a Genova dedicato ai temi dello sviluppo e conoscenza scientifica. Sarebbe stata una notizia se fossero arrivati fondi, visto che da anni da quella parte non arriva un euro.
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11 settembre 2013 Posted by | Uncategorized | , , , , , , , | Lascia un commento

Legalità a Sampierdarena, Doria respinge mozione Pdl: “Razzista e inaccettabile”. Lauro: “Sordo e cieco”

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6 marzo 2013 Posted by | Uncategorized | Lascia un commento

Ilva, la Procura di Taranto: “No a misure di compromesso”: anche Genova tensione alta per stipendi e cassa

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26 gennaio 2013 Posted by | Uncategorized | Lascia un commento

viva Max

In maniera totalmente idiota, il titolo continua a agitarmi in mente la scena finale di “Riprendiamoci Forte Alamo”, con Peter Ustinov che viene acclamato mentre ritorna verso il Messico dalle grida “Viva Max!”… mi sento un grande idiota, e vorrei per una volta essere capace di scrivere davvero almeno decentemente.

Max Parodi è mancato ieri a 38 anni, per un malore in casa, mentre faceva la doccia. Non era soltanto un bravo musicista, che da quanto mi ricordo ha sempre vissuto con e per la sua musica e che adesso si scopre essere stato “un talento sottovalutato”. Si è sempre capaci a scoprirli quando è troppo tardi, i talenti. Soprattutto sui giornali. Max era un amico. Anche se l’ultima volta ci siamo visti ad aprile scorso, un concertino organizzato al circolo – andato per altro malissimo… pochissima gente – e prima, in maniera assolutamente saltuaria. Ogni tanto, sempre riprendendo il tormentone di come sarebbe stato possibile trovare un punto in cui fare musica a Sestri.
Me lo vedo ai concerti, quando ancora seguivo la Rosa Tatuata. non riesco a vederlo in un altro modo.

E adesso mi sento stupido soltanto anche solo a cercare qualche altra parola per ricordarlo.

4 novembre 2008 Posted by | notizie, Uncategorized | | Lascia un commento

succede

Già. Sono stato assente fino ad oggi dal blog, ma purtroppo l’ultimo periodo è stato veramente pieno di lavoro e impegni vari (che mi vado sempre a cercare) e non ho trovato nè la voglia nè il tempo di aggiornare… succede. Anche se non è bello sembrare bloccato dopo un paio di giorni… Mi metterò in pari presto…

26 settembre 2008 Posted by | Uncategorized | | Lascia un commento